Essere stilista significa aggiornarsi sempre

La mia generazione ha conosciuto qualcosa che mai si sarebbe aspettata di vivere, una pandemia. In epoca di grandi conquiste tecnologiche e mediche ognuno di noi si è misurato con la sua reale fragilità confrontandosi con un vero nemico che non fa sconti.

Dopo un primo momento di smarrimento si è intuito uno stop di tutte le attività – e quindi anche la mia di stilista – e si impone a tutta la popolazione una ferrea quarantena. Costretti nelle nostre case, dopo un primo momento di inattività, ci si è dedicati ad attività ludiche per intrattenere i bambini oppure nella preparazione di succulenti manicaretti.

Qualcuno si dava appuntamento sul balcone di casa con i vicini o i dirimpettai per poter continuare a sapere di far parte di una comunità. I giorni passano e diventano mesi, i passatempi sono finiti, comincia ad essere difficile trovare qualcosa di interessante da fare e i film sulle piattaforme a pagamento cominciano a scarseggiare, anche perché il settore cinematografico si era bloccato.

La preoccupazione che mi ha convinto a reagire

In uno di quei giorni avevo condiviso con mio marito un po’ di preoccupazione per la sopravvivenza del mio atelier di sartoria creativa a Como che, come tante altre attività chiuse, soffriva per l’inattività. Non era un periodo semplice per le piccole realtà come la mia.

Mi sono allora decisa a impiegare il tempo in qualcosa di costruttivo per la mia professione di stilista e designer di abbigliamento, dando una svolta tecnologica al mio modo di lavorare. Ho così iniziato a utilizzare un supporto CAD applicato alla modellistica.

I mesi di lockdown sono stati intensi per me. La mattina ero al computer per dei corsi on-line e il pomeriggio mi esercitavo. I risparmi sono andati via con un click, ma sono stati un ottimo investimento. In tempo di distanziamento sociale ho colto appieno le opportunità che mi ha dato la tecnologia.

Dopo qualche giorno, ricevo la lavagna per la digitalizzazione dei cartamodelli e il plotter per poterli stampare. Ho trascorso tante ore per acquisire nuove competenze specifiche di cui ero certa di aver bisogno per ampliare il ventaglio di servizi al cliente che ora posso offrire. Ora sono certa daranno nuova linfa alla mia attività che da artigianale diventa anche in parte industriale.

Sento di aver alzato il mio livello alto di prestazione, sia per la produzione di abiti su misura sia per la fornitura a piccoli brand di prototipi per collezioni.

La nuova veste del mio atelier sartoria creativa

La mia prerogativa da stilista però rimane “Vestire i sogni”: immaginare, creare e realizzare vestiti su misura. Il nostro Paese detiene una conoscenza artigiana che risale al Rinascimento. Per riscoprire le sue attitudini migliori deve ripartire proprio dall’artigianato, che il mondo è venuto ad imparare qui.

In questa atmosfera di grandi cambiamenti, ho voluto apprendere come padroneggiare la mia immagine aziendale, chiedendomi come diventare stilista (o meglio, come evolvere) in un mondo straripante di tendenze in continuo cambiamento.

La tecnologia è stata fondamentale: in un corso on-line ho imparato rudimenti di grafica. Ogni studente doveva realizzare un suo progetto, chi per l’editoria, chi per una start-up. Io ho rinnovato la grafica in vista di un rifacimento del mio sito professionale.

Grazie a due fantastiche insegnanti sono riuscita ad arrivare in fondo a questa sfida e ho scelto una nuova palette colori, ho fatto qualche piccola modifica al nome aggiungendo i dettagli che fanno la differenza.

Ma quello che più mi ha entusiasmata è stato il logo. Dietro la guida delle mie insegnanti ho fatto diverse prove, ma nessuna mi convinceva. Fino a quando ho esultato: Eureka!

Nuova grafica (2020) del mio atelier “Vestire i sogni”

Il significato dietro al mio logo

Ho ripensato a chi rivolgo la mia creatività, il mio studio, le mie ricerche di ogni giorno. La risposta è stata: alle donne. E qual è il simbolo del femminile per eccellenza, l’emblema della ciclicità? La luna.

Il nuovo logo racchiude tutto il mondo femminile in una mezza luna che abbraccia la “S” dei Sogni, parola che compone il nome della mia attività, naturalmente con uno sfondo rosa che nella nostra cultura è proprio il colore associato alla femminilità.

Nuovo logo (2020) del mio atelier “Vestire i sogni”

In sintesi

Nuove competenze tecnologiche e nuova immagine aziendale: ci sono tutte le premesse per una nuova rinascita, a dispetto dello spettro di un nemico che ci minaccia tutti ma che presto sconfiggeremo.

Se questi tempi sono un campo di battaglia, io lotto per restare al passo

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